Fine dell’avventura

E adesso l’ultimo tratto del giro. Un po’ di coraggio è quasi finito

 

Da Caserta a Roma in 4 tappe. Lascio la Campania domenica 3 dicembre seguendo più o meno la via Appia. Passo per Capua, poi attraverso una grande pianura non molto bella. Mi trovo a una grande montagna che fa un po’ barriera ma la salita tra gli ulivi non è cosi’ difficile. Dell’altro lato Sessa Aurunca, ultima città campana. Volando seguire l’antica Via Appia mi ritrovo su una sradina lastricata di enormi basoli che mi porta fino a un antico ponte di pietra. Dell’altro lato del ponte non c’è più strada ma non voglio tornare indietro e continuo lo stesso nei cespugli. Dopo alcune centinaia di metri esco sulla Via Appia moderna. 15 kilometri in discesa lungo una bella strada piantata di grandi pini mezzo a una bella campagna solleggiata. Fino al fiume Garigliano. Ecco il Lazio ! Passo davanti alle rovine di Minturno e continuo lungo la costa. Si arriva nel golfo di Gaeta che è proprio stupendo con la penisola di Gaeta che fa una bella curva nel mare.

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Arrivo a Formia. Li’ sono ospitato da Raffaele, il presidente di Legambiente Formia. Ma la sua casa si trova a Maranola, 3 km sopra Formia. Per aiutarmi, mi mette il carrellino nel baule della sua macchina e mi sbrigo di fare la salità prima la notte. Salgo in meno di 15 minuti. Sono sorpreso di essere stato cosi’ veloce. Da casa sua c’è una vista stupenda sul golfo di Gaeta e al lontano si vedono le isole di Ischia a sinistra e Ventotene a destra. E dietro di noi, la massa imponente dei Monti Aurunci, parco naturale da una decina di anni al seguito della spinta di Legambiente.

 

La mattina, riscendo con piacere quello che ho salito la vigilla. Il cielo è chiaro e la vista è magnifica. Ma arrivo veloce a Formia. Li faccio un intervento in una scuola elementare di Formia. Mi sbrigo di concludere perché oggi devo fare una lunga tappa fino a Latina. Alle dieci lascio Formia. Passo Gaeta e mi ritrovo sulla strada costiere, lungo una costa rocciose e selvaggia. Li’ c’è il parco naturale della costa di Ulisse, anche fatto dopo richiesta di Legambiente. Legambiente è efficace qui… La strada è molto bella. Il tempo è molto chiaro è si vedono le isole pontine e anche, al nord, l’enorme massa scura di un volcano mezzo al mare. Infatti si tratta del Circeo che visto di qui ha una forma molto particolare e sembra proprio un isola. Avvicinandomi, commincio a vedere la costa che raggiunge la montagna del Circeo. Ma non è facile avvicinarsi perché c’è un forte vento di fronte. Devo fare 60 km con questo vento di faccia. Faticosissimo. Ho l’impressione di non avanzare. Il cielo è scuro e minaccia la pioggia. Non sarà facile raggiungere Latina. Arrivo a Terracina alle due. Sopra la città c’é una grande montagna con una rovine di tempio che sarebbe il tempio di Giove Anxur. Non ho il tempo di trattenermi e continuo attraverso la pianura Pontina. E’ tutto piatto, senza riparo contro questo vento infernale. Peccato che io non abbia fatto il mio giro d’Italia nel altro senso cosi’ avrei avuto il vento di spalle e mi avrebbe dato una bella spinta. Ma sono delle considerazioni un po’ inutile e l’unica cosa da fare e di pedalare. Passo lungo la magnifica foresta del Circeo. Il paesaggio è bello ma c’è sempre questo cazzo di vento ! Madonna, dopo un’ultimo tratto di strada arrivo a Latina di notte. M’aspettano Gustavo e Fabbio di Legambiente Latina. A Latina faccio solo tappa per la notte. Ho avisato troppo tardi del moi passaggio e non hanno avuto tempo di organizzarmi un incontro con le scuole. Peccato perchè qui il discorso della biciclette sarebbe trovava il suo spazio. Latina è una città tutta in pianura e con delle strade molto larghe perchè è una città recente.

L’indomani il tempo è molto bello e visto che ho un po’ di tempo, Gustavo mi consiglia di tornare indietro di 10 km per andare i laghi del Parco Nazionale del Circeo sulla costa. Seguo il suo consiglio ed e vero che ne vale la pena. Un bel lago circondato di palme. Poi seguo un po’ la strada lungomare. Uno dei rari posti dove la spiaggia non è urbanizzata. Solo le dune e dietro le dune il lago. Adesso giro a destra per tornare nella pianura e raggiungere i Monti Lepini. Subito ho girato ecco di nuovo il vento di fronte. Che palle… Vado avanti piano, piano, sorpasso Latina e raggiungo i piede dei Monti Lepini verso le 3. Mi rimangono 10 km di salita verso Cori. Comincio la salita. Non è molto ripida e per fortuna il vento è calato. Un ciclista mi sorpassa e torna indietro : « Sei il ciclista che fa il giro d’Italia ? » Legambiente Cori mi ha mandato alcuni ciclisti per accompagnarmi nella salita. A una crocevia mi aspettano 5 altri ciclisti e tutt’insieme cominciamo la parte più ripida della strada. Cori si trova su una collina a 300 m sopra di noi. Mentre si sale, la vista sulla campagna intorno diventa bellissima, la campagna è colorata di verde e del dorato autunnale delle viti. La salita è sempre più ripida ma questo gruppo di ciclisti mi spinge e arriviamo abbastanza veloce alla vetta sulla piazza centrale di Cori. Li’ c’è un banchetto che mi aspetta con le bandiere di legambiente. C’è l’assessore all’ambiente che mi dice benvenuto con il megafono e hanno preparato per me tutto un buffet con delle specialità locali. Addiritura arrivano due cavalieri che fanno una piccola dimonstazione di danza con il loro cavallo. Incredibile, che accoglienza. Mentre guardo lo spettacolo di cavallo assaggio i cibi dell buffet. E’ solo l’inizio della mangiata perchè durante i tre giorni che restero’ a Cori mangero’ quasi senza sosta, tutti mi invitano a pranzo, a cena, non ho mai tanto mangiato di vita mia ! Questa tappa a Cori è la mia ultima tappa ma è proprio stupenda !

La presidente AnnaMaria ha organizzato tutto alla perfezione. Sono ospitato da laura nel centro paese, in una casa stupenda, imensa, bellissima, con una vista su tutta la pianura Pontina e le isole di Ponza. La sera siamo invitati dalla parrocchia a fare una bella cena. Ci sono tre monaci siriaci che sono anche ospitati e che sono simpaticissimi. L’indomani mattina vado nella scuola elementare per fare le mie animazioni con le classe di quarta. I bambini sono molto interressati e la fine vedono la mia chitarra nel carrellino e per forza devo cantarli alune canzoni. Ma in cambio anche loro mi cantano delle canzone. E’ troppo simpatico. Per il pranzo sono invitato da Mauro, poi alcuni volontari mi portano a fare una visita guidata di Cori. E’ interrantissimo. Scopro la storia antichissima di Cori, vecchia quanto Roma. Ci sono delle mura ciclopeiche, addiritura un tempio romano ancora in piedi nella parte alta di Cori, e tanti altri reperti nascosti dentro la città. Ho diritto anche alla visita del museo e del bello chiostro della chiesa, con le spiegazione dettagliate di ogni colonna… La sera, cena enorme da Laura. L’indomani, vado questa volta alla scuola media dove faccio una conferenza mostrando le foto del mio viaggio. I ragazzi sono prima sono cattivati dal racconto e alla fine una professoressa mi dice che non li ha mai visti cosi’ interessati. Mi fa molto piacere. Adesso pranzo da Lucilla. Mi preparano una buona zuppa tpica di Cori, con le fave e il pane. Perfetto perf are passare le mangiate della vigilla. E poi, una passeggiata a cavallo ! Armandino che aveva fatto la dimostrazione di cavallo mi ha invitato a fare un po’ di cavallo. Mi portano per un’ora attraverso la bellissima campagna di Cori, nei Monti Lepini. Anche qui Legambiente vorrebbe crearci un parco naturale. E’ vero che è proprio bello ! E per finire questa tappa grandiosa, una cena da Eleonora dove si mangia ancora benissimo e poi si canta. Madonna ! Sono pienissimo, è tempo di risalire sulla bici…

E dopo più di tre mesi e mezzo di viaggio, ecco l’ora dell’ultima tappa che mi condurrà a Roma. Fa strano di terminare questa aventura. Mentre riscendo da Cori, la mattina del 7 dicenbre, ripenso a tutto cio’ che ho visto dall’inizio. Come mi sembra lontana la partenza, in agosto scorso. Era ancora estate e adesso siamo proprio in inverno. Fa fredissimo, è tempo di arrivare. La strada va fino a Velletri prima di fare un’ultima salita per attraversare i Monti Albani. Tutti mi hanno sconsigliato di passare di là perchè sale troppo ma ci vado lo stesso. Salgo, salgo raggiungo i boschi e dopo una tornante, sorpresa ! è gia finita. Decisamente mi sorprendo. Dopo tre mesi, anche se ho pedalato di modo molto irregolare credo che commincio ad essere bene allenato… Mi godo dell’ultima discesa, passo davanti a un bel lago in fondo a un craterio, e arrivo nella periferia di Roma, a Ciampino. Li’ ritrovo il mio padre! E’ venuto specialmente dalla Francia, ha affitato una bici ed è veuto fin qui per accompagnarmi lungo gli ultimi chilometri. E per gli ultimi chilometri non sono ancora alla fine delle sorprese. Per evitare le strade trafficate ho scelto di arrivare per la Via Appia Antica, segnalata sulla mia carta come una piccola strada. E’ talmente piccola che abbiamo difficoltà a trovare l’inizio. Dietro un ‘enorme rovina di tempio romano troviamo un’antica strada lastricata. Ecco la Via Appia Antica ! E’ proprio rimasta come una volta. Ma l’inizio e completamente abandonato. Arriviamo in una zona con un sacco di uomini che vengono a fare strane passeggiate da solo. E’ il luogo d’incontro degli omossesuali ! Poi arriviamo nella zona degli transessuali e finiamo con le classiche prostitute. Passata questa simpatica zona, la strada diventa più tranquilla. Di ogni lato della strada ci sono dei ruderi antichi, dei pezzi di tempio, dei resti di statua, delle lastre di calcare con delle inscrizioni in latino mezzo all’erba. L’impressione è molto forte. La strada è piantata di grandi pini. Piano piano che ci aviciniamo di Roma le rovine diventano sempre più grande, imense. Si ha proprio l’impressione di avvicinarsi di qualcosa di grande. E la strada è bellissima, sempre mezzo alla campagna anche se siamo adesso a solo alcuni chilometri da Roma.

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A un momento dobbiamo fermarci per lasciare passare un pastore e centinaia di pecorre che saltano il muretto per andare nel verde pratto. Impressione di un’altro tempo. La strada è sempre deserta. E’ un sogno di arrivare a Roma cosi’ tranquillamente mezzo alla campagna. Siamo quasi alle porte della città eternale ma ecco di fronte a noi un’orde di macchine selvaggie che si buttano su di noi. L’ultimo tratto di strada è aperto al traffico e arriva l’enorme traffico delle macchine che tornano in fretta dal lavoro… Riusciamo a prendere una piccola strada parallela. Sono le quattro mezza. La notte sta cadendo. Ci siamo quasi.. E bucca la ruote di dietro del mio carrellino. Guardendo mi accorgo che il copertone della ruota è completa mente usato. Rigonfio e riesco a fare alcune centinaia di metre ma la ruota si sgonfia velocemente. Ma fa sempre più buio e comincia a piovere, non ho tempo di riparare, avanti forza. Siamo a controsenso ma continuiamo lo stesso ed ecco davanti a noi un’enorme porta. Le mura di Roma. Ci siamo. Con un po’ di emozione passo sotto a questa imponente porta antica. Roma. Mezzo ai parchi delle enorme rovine di palazzi antichi in mattoni rossi. Fa adesso completamente buio, piove, la mia ruota è totalmente sgonfia e l’altro diventata storta ma continuo, continuo e eccolo, il Colosseo ! Siamo il 7 dicembre, sono le 17.00 e dopo 112 giorni di viaggio e 2950 km, ho finito..

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Ho quasi finito perchè l’indomani passo a salutare il Congresso di Legambiente dove ho il piacere di ritrovare quasi tutti quelli che ho incontrato durante il moi viaggio. E poi, giovedi 13 dicembre, esco un’ultima volta il mio carrelino per fare un’ultima animazione a Procida.

 

Dopo questi quasi 4 mesi di avventura (perchè per me l’ho vissuto proprio come un’aventura) vorrei semplicemente ringraziare tutti quelli che ho incontrato durante questo bellissimo viaggio, che mi hanno accolto con entusiasmo.

 

Grazie a tutti e viva la bici !

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Da Napoli a Caserta

Dopo Napoli, direzione il nord, attraverso questa zona di triste riputazione : la Terra del Lavoro. Ne avevo sentito parlare tante volte a proposito di affari camoristici e di emergenza rifiuti che ero un po’ inquieto di avventurarmi da queste parte. Ma anche curioso di vedere la realtà. Communque mi ero preparato mentalmente a percorrere questa immensa zona periferica. Da Napoli, salgo per Capodimonte, passo per il bosco dove respiro un po’ d’aria fresca prima di riscendere in una valle dell’altro lato. Poi cominciano i palazzi. È vero che c’è una bella quantità di rifiuti nelle strade, ma -anche se è triste – ormai sono abituato e nemeno mi fa impressione. Passo vicino Scampia ma nessuno viene a darmi fastidio. Ovviamente la zona è brutta, ma come qualsiasi periferia di grande città. Come al solito il più pericoloso sono le strade non adatte per le bici. Devo passare un’immensa rotonde per lasciare Napoli e ritrovarmi nel prima comune limitrofr, Arzano. Gli stessi palazzi brutti. Ma vedo un pannello “centro”. Per curiosità faccio n giro per andare a vedere questo centro e mi ritrovo in un’atmosfera totalmente diversa, con delle case antiche a 1 piano, una bella chiesetta, come un’paese di campagna. Infatti è il paese di campagna ch’era Arzano che è rimasto tale quale, anche se ora circondato dai palazzi. Ed è piutosto carino. E vedo la stessa cosa a Frattamaggiore e Sant’Arpino, ben lontano di quello che imaginavo. Arrivo a Succivo dove ho appntamento con il circolo Legambiente. Qui, la stessa cosa: mezzo ai palazzi, il centro paese preservato, con alcune bici parcheggiate davanti alle case. Francesco mi porta fino alla sede del circolo. Un campo! Miracolo! Un pezzo di campagna. Ho raggiunto il limite dell’agglomerazione napoletane. Anche se questo limite sta allontanandosi perché ci sono costruzioni ovunque. Ma ecco, mezzo a questo pezzetino di campagna preservato un enorme casale antico. E li si trova la sede di Legambiente Succivo. E forse non è un caso se giustamente qui è stata preservata la campagna : è l’opera di Legambiente che ha fatto una denuncia contro il commune per bloccare nuove costruzioni intorno a questo casale antico e spingere la soprintendenza dei beni culturali a mettere un vincolo. Potete imaginare che il comune ha molto appreziato… Il circolo di Succivo si chiama la Vite e il Pioppo per ricordare un’antico modo di coltivazione della vite, tipico della zona : facevano crescere la vite direttamente sugli alberi di pioppo. Poi si raccoltava l’uva con una scala fino a più di 5 metri di altezza. Questo modo di coltivazione è ormai quasi scomparso con l’avanzare dell’urbanizzazione. Di fronte a questa urbanizzazione selvaggia, lo scoppo del circolo è di salvagardare il patrimonio sia architetturale che culturale per mantenere un’identità essenziale al territorio. Si mobilizzano anche per la creazione di un parco pubblico su un terreno abbandonato, hanno uno sportello informazione sull’energia rinovabile e fanno molte animazioni nelle scuole grazie ai ragazzi del Servizio Civile. Nonostante la pioggia, vado con la bici nella scuola elementare del paese vicino di Sant’Arpino per parlare di mobilità sostenibile ai bambini. Sono interessati, e anche le insegnanti. I bambini sono molto carini.
Nel pomeriggio dovrei andare a Caserta, solo distante di 20 km, ma la pioggia non si ferma. Aspetto sperando che si calmi ma invece radoppia di intensità. Alla fine del pomeriggio mi rassegno a prendere il treno. Come al solito, il mio carrellino fa problemi per il controllore. Sto negoziando con lui quando arriva Francesco, della FIAB di Caserta. Vedendomi in difficoltà se la prende con il controllore spiegando io sono un francese che sta facendo il giro d’Italia con la bici e che lui dovrebbe farmi bon accoglienza in posto di rimprovermi per n povero carrellino. Ma la sua argomentazione non funziona tanto bene, anzi, il controllore vole adesso butarci tutti due del treno. Ma alla fine il treno parte e il controllore se ne va a controllare altre cose.
Quando si arriva a Caserta, l’atmosfera è totalmente diversa. Ci si sente lontano di Napoli anche se ne siamo solo a 30 km. Le strade sono piuttosto calme, con pochi motorini. Addirittura ci sono delle zone pedonale! Con le decorazioni di Natale, le strade lastricate bagnate, il freddo, sembra proprio una cittadina dei dintorni di Parigi. Potrebbe quasi essere Versailles, non solo per la Reggia, ma anche per questa atmosfera. Ma Francesco mi spiega che se la strada è pedonale, è solo temporaneo per lavori. E dopo un’angolo ci troviamo davanti a una montagna di rifiuti. Siamo sempre in Campania.. La città si trova in piena emergenza rifiuti. Per una ragione molto semplice : non ci sono più discarica. Pensiamo ai uomini politici molto intelligenti che hanno aspettato che le discariche siano piene prima di chiedersi che cosa fare dopo. Giustamente Francesco mi porta al Municipio. Ci sono alcuni assessori che mi danno il benvento. Poi passa anche il sindaco. Senza presentarsi viene a me e mi chiede se ho dei figli. Un po’ stupito gli dico di no. E lui mi chiede se io avessi dei figli dove li metterei, sul portabagagli? E lui se ne va.. Alla fine qualcuno mi spiega ciò che ha voluto dire: Io viaggio con la bici perché non ho nient’altro da fare ma farei meglio di fare una famiglia e di gadagnare soldi per badarmi di loro.. Davanti a questa bella visione della vita del signore sindaco, vorrei rispondere che forse se più personne facessero come me, ciò passare un periodo della sua vita a scoprire il mondo e la realtà, a incontrare altra gente, a capire, piuttosto che fare una famiglia a 20 anni e poi scoprire il mondo dalla tv, forse le cose cambierebbero.
Così in posto di badarmi dei figli che non ho, durante 2 giorni vado a vedere quelli degli altri, nelle scuole, a fare le mie animazioni sulla mobilità sostenibile. Prima nella scuola media del quartiere Primavera con le classe di Tina, e poi nella scuola elementare dove insegna Teresa. Tina e Teresa sono delle maestre che hanno trasformate le loro classe in classe per l’ambiente e fanno regolarmente delle animazione ambientali con Legambiente. L’accoglienza nella scola di Teresa è particolarmente impressionante. I bambini mi accolgono con delle poesie che hanno scritto loro, del tipo :
“Se con Youri la bici userai,
Il pianeta salverai”
Gli alunni sanno già tutto di me. Hanno stampato i miei racconti dal mio blog e addirittura le professoresse le fanno studiare la grammatica correggendo le mie errori di ortografia… Faccio il gioco dei trasporti ma sono bravissimi. Quando chiedo quale mezzo di trasporto è il più veloce, rispondono tutti la bici, perché nel traffico passa davanti alle macchine.. Poi facciamo una bella merenda, le loro mamme m’hanno preparato dei dolci. E andiamo a visitare l’orto didattico della scuola. Ogni classa ha adottato un albero. Il loro è un leccio. Vado poi nelle altre classe. Anche li mi hanno fatto dei disegni. Mentre finisco di parlare un bambino viene a cercarmi perché una mamma ha portato un’altro dolce e devo andare a assaggiarlo! Continuo così tutta la mattinata. Alla fine regna nella scuola un’atmosfera di follia. Tutte le classe scendono per vedermi partire con la bici. I bambini cominciano a cantarmi delle canzoni. Sono venute delle delegazioni delle scole media e superiore. Anche l’assessore alla mobilità. Tutti mi salutano. I ciclisti della FIAB che sono venuti a cercarmi per portarmi in giro per Caserta si chiedono che cos’e quest’atmosfera pazzesca. Partiamo con la bici e i bambini si mettono a correre dietro di noi salutandoci… Incredibile! Non ho mai visto un tale entusiasmo. Viva la bici!
Per finire la tappa a Caserta, un gruppo di ciclisti mi porta fino alla famosa Reggia. Entriamo con la bici. Si passa sotto il palazzo della Reggia e si sbocca nel immenso giardino con un viale che va dritto dritto mezzo a le aiuole e agli grandi alberi, fino alla montagna lassu. È una perspective davvero impressionante. E la bici è un ottimo modo di scoprire questo giardino lungo di quasi 5 kilometri. Facciamo un giretto nei boschi dove si nascondono statue, mini-castelli e un lago. Mezzo a questo lago, c’è un cigno (si chiama Ferdinando). Noi facciamo il giro del lago, e così anche il giro del cigno!
Adesso che ho fatto il giro del cigno, il mio viaggio è quasi finito. Mi rimane una settimana per fare l’ultima parte del percorso verso Roma..

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Napule è mille bic’uclette…

event_2660547.jpgNapoli“Un Critical Mass a Napoli? Ma lì ti sparano…” E più o meno quello que me diceva la gente quando parlavo di questo progetto. Però, da quando avevo partecipato al Critical Mass di Milano, subito avevo pensato che sarebbe bellissimo di organizzarne uno a Napoli. Ma Napoli è un’altra cosa. Delle bici a Napoli, ci credete voi? Vediamo..

Sono arrivato a Napoli da Capri con il traghetto. Sono stato invitato dal circolo Legambiente Centro Storico. La loro attività principale è di organizzare delle visite guidate del centro storico. Poi ho parlato del mio viaggio. E quando ho raccontato del Critical Mass di Milano, c’è Alfredo che si entusiasmato. “Dai, lo facciamo anche noi!” Come no! L’occasione è troppo bella. In quattro giorni, abbiamo conttatato tutti i ciclisti possibili di Napoli e dato appuntamento per il sabato mattina a Piazza Plebiscito. Ero molto curioso di vedere quante bici riusciremmo a raggruppare. Ci vuole almeno una ventina di bici per raggiungere la massa critica, cioè riuscire a fare una gruppo abbastanza grosso per farsi rispettare dalle macchine. Ma una ventina di bici a Napoli, non è cosi facile da trovare. Così arrivando su Piazza Plebiscito il sabato mattina ero un po’ ansioso. Forse siamo stati troppo ambiziosi. Sulla piazza prima non vedo niente bici. Tutta la piazza è occupata da un raduno di moto di polizia. Poi queste moto che chissa facevano qui se ne vanno via, e dietro vedo una bici, due bici, decine di bici! Più di una quarantina di bici! Non sapevo che ci fossero tante bici a Napoli. E continuano ad arrivare. Anche gli amici della FIAB di Caserta sono venuti. Ci guardiamo tutti sorpresi di essere in tanti. event_2660495.jpg

Benissimo. E adesso tutti in gruppo e avanti per le strade le più incasinate di Napoli! Direzione Corso Umberto I. Alcuni ciclisti sono impariti quando vedono che andiamo in questa direzione. Perché tutti sanno a Napoli che queste strade sono il territorio esclusivo della macchina. Solo un pazzo ci si rischierebbe con la bici. Si, ma quaranta pazzi insieme, cambia tutto! L’unica cosa da fare è di rimanere in gruppo compatto. Perché un ciclista isolato, le macchine se ne fregano, Il ciclista deve lasciarle il passaggio. Ma davanti a un gruppo di quaranta ciclisti, ci ripensano. E così, miracolo! la strada si apre davanti a noi! Noi prendiamo tutta la larghezza della strada così le macchine rimangono bloccate dietro di noi, e i motorini bloccati dietro le macchine. Le macchine non potendo più passare, la strada si libera davanti a noi. Incredibile, funziona..

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Tra i ciclisti, c’è prima un momento di sorpresa, e poi l’allegria arriva. È bellissimo! Arriviamo a Piazza Garibaldi. Non avrei mai osato andare da solo con la bici a Piazza Garibaldi. Ma questa volta, davanti a questo grosso gruppo di bici che arriva, le macchine si fermano e ci lasciano passare! Attraversiamo la piazza in tutta tranquilità, senza stress.

Alcuni ciclisti mi racontano che loro ce l’avevano la bici ma non avevano mai osato usarla in città. È la prima volta che possono usare la bici nel centro. È proprio questo lo scopo di un Critical Mass : Riappropriarsi la strada. “La strada siamo noi!”

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Saliamo poi verso Piazza Carlo III. Facciamo due volte il giro della piazza, così per il piacere. La gente sui marciapiedi è sorpresa anche, ma sembrano piuttosto contenti anche loro. C’è un’aria di allegria in città! Oviamente, ci sono alcune macchine che non sono contenti, ma molto di meno che a Milano. Forse perché qui, gli guidatori sono così abitati ad essere bloccati nel traffico, che un po’ di casino in più non è che cambia gran’chè per loro.

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Adesso Via Foria. Davanti a noi, la strada è vota di macchine. Non l’ho mais visto così. Passando davanti all’Orto Botanico si respira la freschezza degli alberi, la strada è più silenziosa. Un attimo di calma nella città. Davanti a noi, mezzo alla strada c’è un cavallo con un carrello, uscito da non si sa dove. È bella Napoli! Piazza Cavour, Piazza Dante. Finalmente raggiungiamo un ingorgo di macchine che ci bloccano anche noi. Rittorno dello smog. Passiamo via Toledo e per finire rittorno a Piazza Plebiscito. Tutti contenti, niente feriti… Era cosi bello che tutti lo vogliano rifare. Appuntamento fra un mese, sabato 22 dicembre, sperendo di essere sempre più numerosi… Adesso ci credete che Napoli è bella con la bici?

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E se volete altre foto, andate su questo link : http://beppegrillo.meetup.com/10/photos/?photoAlbumId=254564&photoId=2655586

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In Campania

Paestum

Da Potenza, un’altro pò di treno fino ad Eboli e finisco con la bici fini a Paestum. Eccomi tornato a casa! Paestum, ci ho vissuto 7 mesi l’anno scorso durante il mio SVE (Servizio Volontario Europeo) Ritrovo Pasquale, Cosimina, Lucio e Carlo. Sono ospitato nella famosa casa Legambiente, all’ingresso della zona archeologica, di fronte ai templi. A Paestum, Legambiente gestisce una porzione delle antiche mura greche della città. Ma il gioielo dell’associazione è questa bella oasi protetta sulla costa : 500 m di spiaggia preservati dall’edilizia e 20 ettari di pineta. Il posto è molto bello. Troppo bello forse, perchè d’estate, tutti i turisiti vogliono venire a farci il picnic qui. E lasciano un sacco di “monnezza” ovunque. Cosi l’anno scorso, avevo passato tutto l’estate a pulire la pinetta e a fare vigilanza. Quest’anno sono di ritorno, ma lascio i rifiuti ai nuovi volontari. Parliamo piuttosto di mobilità sostenibile. Durante 3 giorni, vicino a Paestum, c’è Exposcuola, e sono invitato a participarci. Faccio un’arrivo davanti a centinaia di alunni stupiti e mi fermo a parlargli del mio viaggio. Mobilità sostenibile in campagna, è possibile? Perchè no? Il comune di Capaccio-Paestum conta 10.000 abitanti. Più della metà abita nella pianura. Ogni sera, la rotonda di Capaccio è il luogo di un’enorme traffico, disproporzionato con la dimensione del comune. Si potrebbe benissimo usare meno macchine nel centro. A Paestum, davanti ai templi, c’è un esempio vincente di mobilità sostenibile. 10 anni fa, hanno pedonalizzato la statale che passava davanti ai templi, malgrado le proteste dei commercianti che credevanno perdere clienti. Oggi, questa strada è diventato il luogo il più gradevole del comune e tutti ci vanno a mangiare il gelato la domenica sera.

Pontecagnano

Dopo Paestum, 30 km di pista ciclabile lungomare (che sarebbero molto più gradevoli senza le macchine accanto) e mi ritrovo a Pontecagnano. Una città che nemmeno conoscevo, anche se ho vissuto tanto tempo accanto. Peccato, perchè anche qui Legambiente fa delle belle cose : un parco ecoarcheologico! A Pontecagnano, c’è un’antica città etrusca, ma tutto ancora sotto terra, da scavare. Communque la soprintendenza ha messo il divieto di costruire e ha cosi salvato 80 ettari dell’urbanizzazione. Ma che cosa fare di questo terreno aspettando. Proposta di Legambiente : lo gestiamo noi! E così hanno avuto l’idea di sistemarci degli orti per gli anziani della città. Con alcune regole però : non zappare a più di 30 cm di profondità, coltivare biologico. All’inizio, gli anziani esitavano a venire, ma adesso è un successo : 48 orti di 100 m2, e altri chiedono ancora ma non c’è più spazio. Il luogo è così diventato un luogo di natura e di incontro. Alcuni anziani hanno addiritura scoperto le gioie della bici per venire qui. Nel parco, c’è anche un frutetto preservato per ricordare agli abitanti il paesaggio tradizionale del luogo prima l’urbanizzazione. Si fà anche educazione ambientale con i bambini : laboratorio di fabricazione del pane, di coltivazione dell’orto o scoperta della natura. Peppe e Paolo mi racontano tutto ciò. Passo anche in una scuola elementare fare il mio gioco. Piace molto, sono contento. Quando chi è venuto con la bici a scuola stamattina, nessuno. Peccato perchè la città è tutta pianura.. L’indomani passo a Salerno a fare una piccola conferenza sul mio viaggio. Da tre mesi che è cominciato il mio viaggio, avevo finora fatto poche animazione, ma in questi ultimo giorni, riprendo il ritardo : quai ogni giorno incontro le scuole. Mi piace molto. E non è finito. Dopo un week-end di riposo, passo a Cava de’ Tirreni, nella scuola di Sabrina, una mia amica. Ritrovo degli alunni che conosco bene siccome erano venuti alla pineta di Paestum l’hanno scorso. Ci divertiamo un sacco, facciamo tanti giochi, esco anche la mia piccola chitarra per cantare alcune canzoni. Bello, bello!

Amalfi

Dopo Cava, proseguo lungo la Costa Amalfitana. Sono fortunato, c’è un circolo Legambiente ad Amalfi, cosi posso fare una bella tappa. La strada è bellissima, e molto tranquilla in questa stagiona. Perfetta per la bici. Ma il tempo comincia a peggiorare e arrivo poco prima la pioggia. Lì mi aspettano Luigi e Stefano. Una piccola foto davanti al Duomo e Luigi mi raconta tutto della sua amata città e del ruolo di Legambiente qui. Ad Amalfi, ci sono pocche associazioni, cosi uno dei scopi di Legambiente è di servire di luogo d’aggregazione per i ragazzi, per dinamizzarli un pò, proporgli altre occupazioni che la TV e il giro in motorino. E funziona : il circolo conta una ventina di giovanni tra le 15 e 20 anni. Un numero a rendere gelosi gli altri circoli…

Sono ospitato in una bellissima casa del centro storico, mi regalano la tradizionale carta amalfitana e mi portano a fare una degustazione di limoncello. Bell’accoglienza! E non è finito. L’indomani, nelle scuole, gli alunni mi regalano i loro disegni e una classe di terza media mi ha preparato uno piccolo spettacolo di ballo e canto : Village people, We are thw Champions… Troppo simpatico! Tanto calore ad Amalfi malgrado il tempo freddo…

E adesso Capri! Continuo lungo la costa amalfitana : Conca dei Marini, Positano… Forse mi troverete meno lirico che al solito nelle descrizioni del paesaggio, ma è perchè questi luoghi li conosco gia. Cosi non c’è la sorpresa della scopreta. Ma vi posso semplicemente dire che la costa amalfitana è sicuramente uno dei posti più belli del mondo. Una cosa pazzesca. E ci sono due modi per apprezzarla : con la nave o con la bici come sto faccendo. Invece venire qui con la macchina è un’assurdità. A proposito, Luigi mi ha parlato dei progetti inteligenti preparati dai politici per proteggere la Costa Amalfitana : uma super galeria di 3 km sotto la montagna per portare le macchine direttamente nel centro di Amalfi, e costruzione di 2000 posti di parcheggi sotteranei, con ampliamento del porto per metterci un gigantesco porto turistico accompagnato. Il progetto va fino a prevedere un essenziale “club house” sulla diga. Come vedete, un progetto in perfetta armonia con la magia del posto e assolutamente non interessato a fare opere inutile per prendersi una tangente sui costi…

Cacciando lontano questi pensieri, passo dell’altro lato delle montagne e mi ritrovo nella Baia di Napoli. Ritrovo il mio caro Vesuvio (ho vissuto anche 6 mesi a Napoli). Malgrado le nuvole, la visibilità è buona e vedo tutta la baia da un angolo insolito per qualcuno abituato a vederla da Napoli. Il Vesuvio non ha la stessa forma, un po storto, di fronte si vede la macchia chiara delle abitazioni di Napoli, e a sinistra Procida e Ischia. Bella vista anche qui. Forse mi troverete meno lirico nella descrizione dei luoghi ma non c’è la sorpresa, conosco già. Ma vi posso dire che la Baia di Napoli è sicuramente uno dei più belli posi al mondo… (Mi ripeto?) Scendo verso Sorrento, che invece non conoscevo. Tutti intorno, nelle campagne, ci sono delle strane impalcature di legno, come delle gabbie enorme, dentro lòe quale c’è una sovraposizione di limoni, vite e ulivi giganti. Che strano modo di coltivazione. ma molto sfizioso perchè permette sulla stessa piccola porzione di terreno di coltivare 3 cose alla volta.

Sorrento è situato su degli scogliere impressionanti, neri e netti. Mezzo alla città, c’è un dirupo incredibile, in fondo al quale, lontano giù, si vede un antico mulino. Veramente che strano posto. Ogni città riserva le sue soprese! Scendo in uno di questi dirupi, che mi porta al porto di Sorrento e di là, prendo la nave per Capri.

Capri

Conosco già Capri, cosi non c’è più la magia della scoperta e sono meno lirico nelle descrizione, ma posso affirmarvi che Capri è sicuramente uno dei posti più belli al mondo (No, veramente? ho già detto questa frase?) Ma questa volta arrivo con la bici e tutto è diverso. Perchè ho appuntamento ad Anacapri, e della nave, guardo sopratutto questa strada che sale lungo uno scogliere impresionante, su, lassu, e che devrò prendere fra poco. Motiviamoci! Senza aspettare, appena  sbarcato, comincio la salita. A metà strada di Capri, sento una voce : ” Ciao Youri, benvenuto a Capri!” E’ Nabil, il presidente del circolo Legambiente che è venuto ad accogliermi. Mi ha facilmente riconosciuto perchè uno ciclista con un carrellino giallo, non ce ne sono tanti, sopratutto a Capri.. Ci salutiamo e continuo la salita da solo perchè lui è a piedi. Passo il paese di Capri e continuo verso Anacapri, che si trova dietro il Monte Solaro, il punto culminante dell’isola. La strada attraversa boschi di lecci poi ,dopo alcuni tornanti stretti, ne esce tutta un tratto e mi ritrovo … molto più di tre metri sopra il cielo! Madonna! Il strapombio è impressionante. Ho l’impressione di volare! Stupendo!! Salgo ancora ed ecco le prime case di Anacapri. Dopo tutto, non era così difficile da fare questa  salita. C’è il paesaggio grandioso che fa dimenticare la fatica e forse comincio finalmente ad avere un pò d’allenamento dopo tutti questi kilometri..

Susanna mi aspetta sulla piazetta di Anacapri. E’ molto contenta del mio passaggio da lei perchei lei, la mobilità sostenibile è proprio la sua passione. Al punto che ha creato il laboratorio Mobilità Sostenibile di Legambiente Campania. Ma a Capri, ci sono problemi legati ai trasporti? Come no! Imaginate una piccola isola con un’unica strada, 13.000 abitanti, 5000 macchine! E imaginate quando arrivano i turisti d’estate, ancora più macchine. Risultato, l’unica strada è spesso completamente bloccata, gli pullman sono bloccati, e chi vuole prendere la nave perde l’orario. Susanna mi parla anche con ironia dei camion caricati di materiali per l’edilizia che sbarcano della nave mentre sono teoricamente vietate le nuove costruzioni sull’isola..

L’indomani, Susanna mi ha preparato un programma riempito : incontro con due scuole media e conferenza nella serata. Per una volta, non posso arrivare nelle scuole con la bici perchè c’è una pioggia enorme. Scendo a Capri con il mini pullman. Nella scuola, per la prima volta ,quando chiedo se qualcuno conosce la mobilità sostenibile, un’alunno alza la mano e me ne fa una bella definizione! Che bravo. E i ragazzi mi racontano che a loro piace usare la bici, ma peccato che sia vietato a Capri (divieto per evitare accidenti bici pedono nei viccoli stretti del cntro storico). Uno di loro ha perfino lanciato una petizione l’estate scorso per chiedere l’autorizazione delle bici. Come sono bravi questi bambini. Forse è l’effetto della Banda del Cigno. La banda del Cigno, conoscete? Sono questi club Legambiente per i ragazzi. A Capri, c’è una ventina di ragazzi tra 8 e 13 anni, a chi Susanna fa fare un sacco di cose, tra le campagne di Legambiente, delle escursioni o dei racconti di storie.

Tutta la giornata piove. Cosi quando i bambini mi chiedono come faccio quando piove, non posso fare la mia classica riposta “non piove mai più di un ora!” (Però questa teoria funzionava fino a Capri…) Quando piove, prendo il pullman, che è un ‘altro mezzo di trasporto sostenibile. Et toc! La sera, il raconto del mio viaggio è l’occasione di parlare della problematica dei trasporti a Capri. Mi piace quando il mio passaggio è l’occasione di lanciare il debattito. Mi sento utile così..

Lasciò Capri sotto un nubifragio. Per tornare al porto, mi faccio una discesa della morte , nei tornanti nel vento e la pioggia, sotto gli occhi spaventati dei passaggeri del pullman che mi segue. Ho aspettato un’ora ma la pioggia non si è fermata e per una volta ho dovuto andare sotto la pioggia per poter prendere il pullman. Con l’arrivo dell’inverno devo rivedere la mia teoria.

E adesso, le cose serie cominciano : Napoli. Li se chiedo “Imaginate la città senza macchine”, fa veramente sognare… Proviamoci almeno. Passiamo agli atti! Sabato 24 Novembre, non ci crederete mai, Critical Mass a Napoli! Appuntamento alle 11.00 Piazza Plebiscito. Ne sognavo da quando ho fatto la Critical Mass di Milano. Sono curioso di vedere che succederà…

Prossimi appuntamenti:

 24 novembre : Napoli, Critical Mass, Piazza Plebiscito, 11.00

26 novembre : Napoli, conferenza, sede di Cicloverdi, 20.00

28 novembre : Succivo

29 novembre : Caserta

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Da Milazzo a Potenza

Da Milazzo si vedono le magnifiche isole Eolie. Non posso resistere e prendo la nave fino a la prima, Vulcano. Stupenda! Uno spettacolo. Dal mare, l’isola sembra vergine, con i pendici coperti di foreste e di macchia. Quando si approda dell’isola c’è quest’odore di zolfo. L’isola porta bene il suo nome. Il volcano c’è. Tutta l’isola è un cratere. Il suolo è questa strana roccia nera, lava consolidata.

aa96b445fc34a1734a186b24d891d30d.jpgd8d490a975d262a500f9da820123f336.jpgCon la bici percorro andata-ritorno l’unica strada dell’isola che mi porta sulle alture fino a un’enorme scogliere. Poi mi faccio la salita a piedi fino al cratere. C’è il fumo che esce con questo forte odore di zolfo che pizzica il naso. Di là, una vista incredibile su tutto l’arcipelago delle Eolie : Lipari, Panarea, Stromboli, Salina, Filicudi, Alicudi. Sono tutte qui, visibili con questo cielo chiaro. Dei volcani ovunque. Qui veramente sembra essere veramente lontano dall’Italia, mezzo a oceani lontani all’estremità del globo.

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Ma io sto faccendo il giro d’italia, non devo andare così lontano : la mia prossima tappa è Potenza! Come andare dalla vetta del cratere di Vulcano a Potenza. È molto semplice. Prima scendete del crater fino al porto. Lì aspettate la nave delle 17.00. Vi porterà a Napoli durante la notte, cullati dal ritmo delle onde. A Napoli, dal porto alla stazione in un lampo con la bici. Poi treno, fino a … Capaccio-Roccadaspide. E be si, sto faccendo il giro d’Italia con la bici, non devo dimenticarlo, allora non devo esaggerare. Cosi, mi farò l’ultima parte in bici. Una bella passeggiata di 100 km attraverso il Cilento e la Basilicata. Dopo una fermata a Roccadaspide, parto presto la mattina di una bella domenica soleggiata. Ma adesso siamo inizio Novembre. Le giornate sono più fredde, e sopratutto più corte. Ce la farò a fare questi 100 km attraverso la montagna prima la notte? Dopo Roccadaspide, scendo verso il Val di Calore, e poi una bella salita che deve portarmi ad un valico di quasi 1000m! Salgo tranquillamente con calmo. La salita è regolare e non troppo ripide, e la strada è deserta. È bellisimo. Più avanzo meno ci sono case. All’inizio ci sono ulivi ovunque, con i retti verdi sotto. È il periodo della raccolta delle olivi e tutte le famiglie sono negli olivetti a raccogliere. Salgo ancora, passo Bellosgardo. Meno case, meno ulivi adesso solo i pratti e i boschi, con i belli colori autonnali. Fa più freddo. Salgo ancora. Sto raggiungendo le nuvole. Intorno a me, ci sono enormi pareti di rocce grigie. Il vento si fà più forte e, dopo un tornante, un panello : Passo della Sentinella 980m. Ho raggiunto il punto il più alto del mio giro! Finita la salita. Adesso una bella discesa. In 20 minuti riscendo quello che ho messo 3 ore a salire. Arrivo una vasta zona di pianura mezzo alle montagne. Il valle di Diano. Ho fatto la meta del percorso. Sono le 13.00 e mi rimangono 45 km. Posso farcela.

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Di nuovo una salita, meno alta, che mi porta a Brienza in un’ora. Lì c’è un bivio. A destra l’ex statale. Posso vedere il percorso che mi aspetta : scende in fonde alla valle poi risale, poi riscende, risale. Micidiale. A sinistra, la nuova superstrada che grazie a un enorme viadotto e una serie di galleria va dritta attraverso le montagne. Siamo domenica pomeriggio. La strada è deserta. Non esito, scelgo la superstrada! Magnifico! Volo sopra le montagne senza sforzo! Un’ultima galleria e poi mi rimaneranno 10 km di discesa verso Potenza. Ce l’ho quasi fatta! Esco della galleria. Delle belle nuvole nere mi aspettano. Ho appena il tempo di ripararmi dentro una casa in costruzione. Un nubifragio! Piove, piove… E la notte cade… Ce l’avevo quasi fatta! Chiamo Legambiente Basilicata. Mandano un ragazzo a salvarmi con il furgoncino. Lui è abituato a salvare la gente : lavora alla protezione civile. Qui Legambiente gestisce un servizio di Protezione civile. Mi porta all’albergo. La sera, Marco, il presidente di Legambiente Basilicata, mi porta a una serata tipicamente lucana : la partita Juve-Inter. Che giornata!
L’indomani faccio un’intervento in scuola a Pignola, un paese a 10 km di Potenza. Lì hanno ripristinato un pezzo dell’antica ferrovia per metterci una pista ciclabile. Legambiente vorrebbe ripristinare l’intero percorso della ferrovia per proporre così una belle pista ciclabile attraverso le montagne di Basilicata. Questo per sviluppare l’ecoturismo. L’interesso di ripristinare le antiche ferrovie è che permettono di fare delle piste ciclabili piane perché il percorso dei treni non superrava mai i 5% di pendenza e si può usare le gallerie e i viadotti dell’antica ferrovia. Così si può realizzare una superpista ciclabile. Meglio dalla sperstrada…

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Nel pomeriggio, Marco mi porta ad Oppido, dove sta c’è Salvalarte. Salvalarte è una campagna di Legambiente con lo scopo di preservare i momumenti degradati e di fare conoscere i monumenti minori, sconosciuti ma belli lo stesso. Ad Oppido, ci sono le tratturi, le antiche vie lastricate che usavano i pastori durante della transumanza. Ci sono anche due antiche ville romane e soprattutto, sono stati ritrovati in una chiesetta troglodita dei magnifici affreschi del XI secolo. Con questo patrimonio, associato a delle attività di turismo verde, Legambiente dice che si potrebbe benissimo sviluppare l’ecoturismo. Ad Oppido e in altri paesi cosi, che sono stati tenuti lontani dallo sviluppo industriale ma che hanno adesso delle nove possibilità di sviluppo sostenibile. Dopo la conferenza, l’assessore ci porta di notte fino a questa famosa chiesetta, la chiesa di San Antuono. Nel buio, lungo un sentiero mezzo alla campagna arriviamo davanti a una porta, ci apre. Alla luce delle lampe, ci mostra queste bellissime pitture che hanno vente direttamente del medioevo. Che bella sorpresa! Viva la Basilicate!
Dopo questa bella tappa lucana che mi ha fatto scoprire una nuova regione ritorno adesso in Campania…

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Nel sud!

Un po’ di notizie dopo tanto tempo. In ottobre, avrò pedalato poco. Ma è colpa di questo brutto meteo! Vi avevo lasciato nelle Marche. Dopo una settimana di pausa, ho fatto un grande salto di 500 km con il treno e sono arrivato direttamente Puglia, a Bari, l’8 ottobre. Ho fatto ancora 25 km a bici per raggiungere Mola di Bari dove ero aspettato per una conferenza.

Mola di Bari

Era la prima iniziative del nuovo circolo legambiente di Mola e, per una prima, era una riuscita! C’era tanta gente, e anche il sindaco e gli assessori. C’erano dei manifesti Giro del Cigno con il mio nome dapertutto nella città. Ero un po’ impressionato all’inizio. Io pensavo parlare alla riunione mensile del circolo e mi ritrovo a parlare davanti a un gran pubblico. Ho parlato di ciò che avevo visto sulla bici durante la prima parte del mio viaggio nel nord Italia. Quello che dicevo s’articolava bene poi con il discorso del sindaco che ha parlato dei loro progetti di creazione di piste ciclabili. Mola è una piccola città ma la squadra municipale è attiva e ha deciso di cambiare la città grazie allo sviluppo della mobilità sostenibile. Il sindaco ha detto che loro faranno la loro parte del lavoro costruendo piste ciclabili ma c’è anche un grosso lavoro di sensibilizazione della populazione per farli cambiare di atteggiamento e spingere a farli lasciare la macchina. E su questo, il sindaco aspetta l’aiuto di Legambiente. È un bel esempio di complementarità tra associazione e municipalità. E abbiamo cominciato subito l’indomani con delle animazioni nelle scuole. Un intervento in una scuola elementare dove ho fatto il mio Gioco dei trasporti davanti a una centinaia di bambini e poi un’altro intervento davanti a una scuola media dove ho fatto un’arrivo in diretto con la bici e ho racontato il mio viaggio e spiegato che cos’è la mobilità sostenibile.
Questa tappa a Mola è stata veramente riuscita, ne sono contento e ringrazio tutto il gruppo del nuovo circolo che è molto in gamba. Penso che faranno delle belle cose. Un circolo funziona sempre meglio quando c’è una squadra che lavora insieme.

Da Mola, ho lasciato la costa adriatica verso l’interno, attraverso la campagna e questi magnifici ulivi enormi. Ho passato la zona di Alberobello con questi strani trulli. Sembrano le case di gnomi. C’è ne sono dapertutto. La zona è davvero bella. Peccato che il tempo era brutto. Per fortuna sono riucito a ripararmi per la notte in un trullo!

Urupia

Ancora una giornata attraverso gli ulivi e sono arrivato nella zona di Taranto, in un luogo molto interessante: Urupia. È un ecovillaggio. Un comune. Una decina di persone ci vivono, in una vecchia masseria che hanno ristruttrato. Producono quasi tutto il loro cibo : ortaggi, olio d’oliva, vino, pane. Tutto in modo biologico. Riciclano l’acqua grazie alla fitodepurazione. Fanno l’acqua calda grazie a dei riscaldacqua solare. Lo scopo è di propore un modo di vita alternativo al modelo dominante basato sulla società di consumazione. Le tre regole di base sono: il consenso, assenza di proprietà indivduale e apertura agli altri per fare conoscere il loro modo di vita alternativo.
Ci mi sono tanto piaciuto li che ci sono rimasto 2 settimane come volontario. Ho perfino paticipato all’inizio della raccolta delle olive. È stata un’esperienza veramente interessantissima che fa riffletere sul nostro modo di vita e propone un’alternative possibile.

Se volete più informazione :
http://www.cicloamici.it/comune_urupia.htm
http://www.mappaecovillaggi.it/article6144.htm

Ho ripreso il mio viaggio il 25 ottobre lungo la costa ionica : Taranto, Metaponto, Sybaris. Ma la costa in questa zona è difficile da percorrere con la bici. A volte c’è un’unica strada: l’autostrada. Mi sono cosi ritrovato per alcune decine di kilometri direttamente sull’autostrada! Per fortuna che era in lavori e che una via era bloccata alle macchine. Ho potuto usarla come una gigantesca pista ciclabile. Comunque il tempo era anche molto brutto e alla fine ho preso il treno per raggiungere Catanzaro. Poi 200 km lungo la costa ionica della Calabria con un tempo molto strano : foschia, vento e molto caldo. La spiegazione : lo scirocco, il vento del deserto venuto direttamente del Sahara, dell’altro lato del mare.

Dopo 2 lungue giornate di pedalata ho raggiunto Reggio Calabria. Dell’altro lato dello stretto di Messina la Sicilia era invisibile, scomparsa sotto un’enorme massa di nuvole nere. Avevo appuntamento a Catania. Ho preso il traghetto fino a Messina ma di là impossibile raggiungere Catania. Un’enorme frana ha distrutto l’unica strada costiere, e stessa cosa per la ferrovia. Peccato, non vedrò Catania questa volta. Sono passato direttamente alla tappa seguente : Milazzo. Ci tenevo a passare a Milazzo per che è lì che ho avuto l’idea del mio giro l’anno scorso. L’accoglienza di Pippo e Graziella di Legambiente Tirenno è sempre perfetta. Il mercoledi 31 ottobre è stato organizzato un incontro con le scuole di Barcellona, una città a 15 km da Milazzo. Carmelo, l’organizzatore, ha fatto le cose alla grande. L’incontro si è fatto nella salla consigliare del comune, in presenza del vice-sindaco di Barcellona e di 4 classe di elementare. Quando sono arrivato davanti al municipio ho avuto diritto a un’arrivo triomfale come al Tour de France, con tutti i bambini che gridavano, ci sono gli giornalisti che mi facevano delle foto, addiritura alcuni bambini mi chiedevano un’autografo! Bellissimo! Veramente emozionante. Poi durante un’ora ho parlato del mio giro, di mobilità sostenibile e ho risposto alle domande dei bambini. L’indomani c’era l’articolo di questo evento nei tutti gli giornali locali. Encora una bella tappa bene organizzata, mi è fatto molto piacere.
Adesso, torno direttamente in Campania con il traghetto, con un belllo scalo sull’isola di Vulcano
Nei prossimi giorni, ho un programma caricato con tanti interventi previsti:
_il 5 novembre a Potenza
_il 7 a Paestum
_il 9 a Pontecagnano
_il 10 a Salerno
_il 12 a Cava di Tirenei

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Da Ravenna a Macerata

Per andare a Ravenna, attraverso la parte sud del delta del Po. Una bella strada piantata di platani mi porta prima a Comacchio. Ci ritrovo un po’ l’atmosfera di Venezia, con tanti canali. E c’è un ponte ancora più impressionante dal Rialto, che ingamba 6 canali alla volta! Poi proseguo lungo i valli di Comacchio. È un’immensa distesa di acqua. Sembra quasi il mare. Lì viene al mio incontro Claudio, presidente di Legambiente Ravenna. Mi accompagna con la sua bici. Mi porta su questa longa strada deserta lungo il lago. A sinistra l’acqua, a destra i campi. Nient’altro. Arriviamo su un fiume che passiamo con il traghetto. Poi 20 km fino a Ravenna, con tanti camion negli ultimi kilometri. Ecco Ravenna con le sue antichissime chiese bizantine e i suoi sontuosi mosaici. Il centro è tranquillo, pedonale. Anche qui si usa molto la bici per spostarsi.
Assisto alla riunione mensile del circolo. Scopro uno nuovo aspetto di Legambiente: le guarde ecologiche. È l’attivita principale del circolo di Ravenna. Le guarde ecologiche sono semplicemente dei cittadini che si occupano di fare vigilanza ambientale. Prima si fa una piccola formazione per bene conoscere la legislazione sui temi come la caccia, la pesca o i rifiuti e poi ottengono un decreto prefettorale che gli permette di chiedere i documenti e sono in grado di scrivere rapporti sulle infrazioni costattate. Sono un’aiuto utile per la guarda Forestale e agiscono in concertazione con loro.
Ma il circolo è sempre Legambiente e come in tutti i Legambiente, si prepara Puliamo il Mondo. A Ravenna, Claudio ha previsto un grosso programma sulle 3 giornate. Venerdi ci saranno attività con le scole e la domenica un escursione in bici fino al mare per pulire i lati della pista ciclabile. Il commune ha costruito questa pista su i 10km tra la città e il mare ma poi non se ne bada. Claudio pensa che questa pista potrebbe diventare una buona alternativa alla macchina per andare al mare ma attirerà più gente se è gradevole. Perciò Claudio ci organizza iniziative per pulirla e ci ha anche piantato degli alberetti con i bambini delle scuole per fare ombra e render più bello. Gli alberi sono ancora piccoli ma speriamo che i bambini ci portino il fratellino quando sarano cresciuti..
Lascio Ravenna e mi avvio verso il sud lungo la costa. Claudio mi accompagna la prima parte della tappa per mostrarmi il percorso. Passiamo per San Appolinare, dove c’è un’altra chiesa bizantina dell VI secolo con belli mosaici. Poi mi guida per una piccola strada e arriviamo in una bellissima pineta. Sarebbe la pineta dove Dante veniva a passegiare per trovare ispirazione. È vero che è proprio stupenda questa pineta. Con il sole della mattina e l’umidita della pioggia della notte scorsa, ritrovo l’atmosfera delle mie foreste normanne. Fa bene tuffarsi in piena natura per qualche kilometro. Quando ne usciamo, siamo arrivati sul lungomare con tutte le città balneari. C’è una Milano Marritima, che nome! Ma è vero che noi abbiamo nello stesso modo Paris-Plage sulla costa a 200 km da Parigi. Claudio mi lascia lì e continuo da solo. A Cesenatico ritrovo Leonardo! Qui c’è un porto che sarebbe stato concepito da Leonardo Da Vinci. In fatti assomiglia a un qualunque porto ma ci hanno messo delle belle barche tradizionali con le vele di tessuto giallo e rosso.
Adesso mi avvio della costa verso l’entroterra. Da stamattina si vede un strana montagna, che sorpassa tutto, lontano al sud. È San Marino. Sono curioso di andare a vedere questo microstato e poi è l’occasione di dare una dimensione internazionale al mio giro. Ho davanti a me l’entroterra romagnolo: delle colline e ognitanto delle rocche con un paesino arrampicato. E sempre La Rocca di San Marino che domina tutto. Ma sopra questo bello paesaggio, delle nuvole nere, minaciose. Ho appena il tempo di rifugiarmi sotto un tetto per ripararmi da una grossa rovescia. Varco il Rubicone a Savignano. È un fiumicello ridicolo. Cesare avrebbe potuto varcarlo in un balzo. Queste piogge mi hanno ritardato e raggiungo le prime colline la sera. Mi accampo in un olivetto.
L’indomani, dopo qualche buona salita arrivo a San Marino. Passato il confine, non c’è nessuna differenza con l’Italia, tranne le targhe delle macchine. Ma c’è questa montagna cosi strana. Il Monte Titano. Sono adesso al suo piede. È enorme. Si capisce meglio come un paese al riparo di questa montagna abbia potuto conservare la sua indipendenza. È quasi come un’isola. Per fortuna c’è la funivia per andare alla vetta. La vista è stupenda. Il paese con le case di pietre e le torre arrampicate sulla scogliere danno un’impressione medioevale. Rinforzato dal fatto che qui tutti i negozi vendono delle spade e della arbalatrie. Forse per difendersi, casomai l’italia vorrebbe invadere il paese. C’è un vento incredibile in questo paese. Preferisco riscendere in Italia. Alla fine, su questa strana montagna è vero che si sta un po’ spaesato.
Riscendendo verso Cattolica attraverso una bella campagna. A Cattolica metto la tenda sulla spiaggia, tra tutti i lidi abandonati.
Siamo adesso il 29 settembre. È ora di Puliamo il Mondo! Mi devo di participarci. Arrivo a Pesaro, a 20 km da Cattolica. Lì, il circolo Legambiente ha dato appuntamento ai volontari per pulire un pezzo del parco Miralfiore. C’è una decina di volontari, tra cui la meta sono degli amici di Bepe Grillo con la maglietta V-Day. Attrezzati con le buste e i rastrelli, penetriamo un fitto boschetto alla ricerca di rifiuti. E be, se questo è il loro posto sporco, sono fortunati a Pesaro! Ho conosciuto peggio. È vero che essendo vissuto un anno in Campania, sono abituato all’estremo. Ma cercando bene, finiamo per trovare 2 poltroni di macchina e un vecchio motorino. Li avranno messo qui solo per farci piacere…
Nel pomeriggio, faccio strada verso Ancona. Vedo il promontorio di Ancona al lontano. Proseguo lungo il mare. Passo tanti lidi e, tutta un tratto, vedo una bandiera Legambiente. È un lega nautica. Non c’è nessuno. Deve essere un segno. Mi fermo qui per dormire.
La mattina arrivo ad Ancona. Salgo fino alla chiesa bianca che domina la città e il mare. Il sito di Ancona è bello, circondato dal mare e dalle colline. La città è tranquilla, nel sole della domenica mattina. Dopo Ancona continuo lungomare ma adesso ci sono delle scogliere. Si sale attraverso delle bellissime colline. Passo sotto il Monte Conero che si tuffa direttamente nel mare. La strada è proprio stupenda. Peccato che si trasforma in campo di gara per le moto la domenica pomeriggio. Una bella strada così, la gente non trova meglio per godersene che venirci a tutta velocità con la sua grossa moto, e fare un rumore infernale. Sicuramente, sembra come alla TV, in una publicita per macchina, ma rovina la bellezza del posto. È l’egoismo tipico di quello che pensa solo al suo piacere fregandosene di dare fastidio agli altri.
Poi mi dirigo verso l’entroterra e Macerata. La campagna è veramente bella. È normale, siamo vicino della Toscana e dell’Umbria. Le Marche corrispondono proprio con la definizione che me ne aveva fatto una Marchiggiana : Delle colline verde che piano piano scendono verso il mare. Tranne che adesso, dopo l’estate, le colline sono gialle al posto di verde. In mezzo alla campagna, incontro un traffico enorme. Passando le macchine, finisco per trovarne la ragione: Un fiera dell’edilizia. Sembra che tutta la regione si sia datto appuntamento a questa fiera. Se tutti sono decisi a costruire, ci possiamo aspettare ad intere città nuove fra poco. Sembra soprattutto che tutti vadano a questa fiera perché non sanno che cosa fare della loro domenica pomeriggio… Ultima salita e arrivo a Macerata, con le case di mattoni gialli, arrampicate sulla vetta della collina. Qui sono ospitato dai genitori di Susana. E finisce qui la prima parte del mio viaggio. Mi fermo per una settimana, poi prenderò il treno per la Puglia dove ho appuntamento il 8 ottobre a Mola di Bari.

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Nella capitale delle biciclette

Ferrara è la citta la più ciclabile di tutta l’Italia. Ma la periferia assomiglia alla periferia di qualsiasi città: grande strade e ipermercati ovunque. Il palazzo rosso davanti al quale ho appuntamento con i volontari di Legambiente è infatti un supermercato di arredamento e mi ritrovo ad aspettare mezzo ad un grande parcheggio pieno zuppo di macchine. Sembra essere il grande appuntamento della domenica pomeriggio. La gente viene in familia a guardare i mobili. Strana occupazione per una domenica pomeriggio… Ma ecco Legambiente, un piccolo gruppo di ciclisti con la bandiera gialla. Mi portano nel centro passando per le piste ciclabile. Più si avvicina del centro, più ci sono bici. Raggiungiamo un altro gruppo di ciclista che sta ascoltanto la lezione di un riparatore sulla manutenzione della bici. Era l’ultima iniziativa della settimana europea della mobilità sostenibile. Ne approffito poi per fare registrare un po’ la mia bici che ha la ruota un po’ storta. È gentile il riparatore, ma durante un’ora mi ripetta che sono inconsciente andare in giro con una bici cosi squallida, un vero ciclista non compra una bici a meno di 1000 euro. Sono d’accordo, la mia bici non è di qualità ottima, ma primo, non ho i soldi, e secondo, il mio scopo è giustamente di mostrare che si può girare con la bici senza essere un grande sportivo e con una bici qualunque. E poi, incontro un sacco di gente durante le riparazioni della mia bici, è un modo di fare conoscenza…
È Paola che ha organizzato il mio soggiorno a Ferrara. Lei lavora a Legambiente Turismo, che è un riparto di Legambiente che promuove un turismo sostenibile. È nato dopo che un anno Legambiente aveva attribuito una bandiera nera alla zona di Rimini per la scarsa qualità ambientale del settore turistico. Alcune alberghi hanno chiesto che cosa potevanno fare per migliorarsi e legambiente gli ha proposto di seguire un certo numero di criteri, per sempio non sprecare l’acqua, fare meno rifiuti, proporre cibo biologico, tipico, dare delle bici ai clienti. Le strutture che rispettano questi criteri ricevono il label Legambiente Turismo. Cosi a Ferrara, sono ospitato da un Bed & Breakfast che fa parte di Legambiente turismo. Si chiama DolceMela e mi ospitta gratuitamente. È un posto stupendo, nel centro di Ferrara. Sono come un principe qui. Ho una grande camera per me, c’è un giardino carinissimo con una fontana, i padrono sono molto gentili e la colazione, Mamma mia! Non ho mai visto questo. C’è tutto ciò che si può desiderare per una colazione, con addiritura i dolci fatti a casa ogni giorni, e biologici! Miam! Io sarei bene rimasto tutta la giornata a DolceMela ma devo andare a parlare di mobilità sostenibile nella scuola elementare dove lavora Marsia, la presidente di Legambiente Ferrara. Sono contento, ho finalmente l’occasione di fare l’animazione che avevo preparato. Il gioco dei trasporti. È un gara dei mezzi di trasporti dove non vince per forza la macchina perché per vincere, ci vuole tutte le qualità di un mezzo di traporto rispettando i criteri della mobilità sostenibile. Ma che cos’è la mobilità sostenibile? E semplice. Per me significa spostarsi senza dare fastidio agli altri e al pianetà. Sulla base di questa definizione, i bambini fanno loro stessi la classificazione e fanno avanzare i diversi mezzi di trasporto su un percorso che abbiamo disegnato nel cortile. E chi arriva primo? Vi lascio indovinare… Gli alunni di Marsi sono tutti gentili e entusiasti. Parlo anche con altre classe. Spiego perché ho scelto di girare l’Italia con la bici e non con la macchina. Sono molto curiosi. È una mattinata bene riempita. Sono molto contento, è bello parlare di mobilità sostenibile mostrando se stessi l’esempio
Il pomeriggio, andiamo a fare un giro nel parco urbano di Ferrara dove c’è un festival di mongolfiere. Ce ne sono tante. Bello…
Ferrara è una città molto carina, con le case di mattoni rosi, le sue mura e soprattutto questo magnifico castello circondato d’acqua, mezzo alla città. E allora, Ferrara tiene bene il suo titolo di capitale della biciclette, com’è scritto all’ingresso della città? Penso di si. Qui c’è veramente tanta gente che si sposta con la bici, giovani come vecchi. Adirittura un vecchietto mi fa del clacson perché non vado abbastanza veloce sulla pista ciclabile. Ma è facile lui ha una bici elettrica. Non ne ho mai visto tante che qui di queste bici ma devo dire che per gli anziani è molto pratico. E anche al supermercato, molti vengono a fare la spesa in bici. E per ciò che infatti, per la mia prima animazione in scuola, ho predicato davanti a un pubblico gia convinto. Chiedendo ai bambini più di 9 su 10 erano arrivati a scuola a piedi o in bici. Communque una bella tappa quella di Ferrara. Veramente il circolo mi ha ospitato alla grande e abbiamo fatto delle cose interessanti. Grazie mille a tutti!
La mattina del 25 settembre, dopo un altra stupenda colazione da DolceMela, mi avvio. Adesso, direzione Ravenna…

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Da Padova a Ferrara

La mia prima impressione di Padova non è molto buona. È normale, come tante altre città, Padova è circondata di un no bike’s land, una zona dove si incrociano tangenziale, autostrada e tante altre strade : una zona dove non fa bene vivere per una bici. Seguendo la direzione stazione mi ritrovo su una via espress senza possibilità di uscire o fermarmi. L’unica cosa da fare in questi casi è di andare il più veloce possibile pregando che il prossimo camion non vi toccherà. Arrivo alla stazione salvo. La zona della stazione non è granchè neanche, con tutti questi freddi palazzi nuovi. Ma davanti la stazione sono colpito da questi immensi parcheggi, riempiti di centinaia di bici. Qui, la bici c’è. È Rina che mi ospita a Padova. Viene a prendermi in bici e mi porta a casa sua, al di là della ferrovia. Mi accoglie meglio che un B&B. L’ospitalità da Legambiente, quando c’è, c’è! Andrea, un altro di Legambiente, mi porta a una serata. Viene a prendermi… con la bici. Mi piace, questo è coerenza. Mi spiega che qui tanta gente si sposta con la bici perché ci sono tanti studenti ed è anche una tradizione per la gente più anziana. Ma malgrado questo ci sono zone pericolose per le bici.
L’indomani vado visitare l’ufficio di Legambiente. Passo davanti al Duomo. Una semplice faciata di mattoni rosi. Dopo tutti i duomi sonttuosi che ho visto nelle altre città, sono un po’ deluso. All’ufficio, Rina mi spiega le attività di ognuno. Infatti, tutti fanno parrecchie attività alla volta. Lei per esempio fa parte del comitato scientifico di legambiente come specialista dell’inquinamento athmosferico. Ma ha anche partecipato alla campagna Goletta Verde per fare le misure di qualità dell’aqua. E a Padova lavora a Legambiente Agricoltura. Legambiente Agricoltura è un riparto di Legambiente che si bada di dare un label ai prodotti agricoli che, anche se non sono biologici, cercano di rispettare una produzione di qualità. Legambiente Agricoltura impone così un certo numero di criteri e verifica che il produttore li rispetti. Lo scopo è di dare la possibilità alla gente che non ha abbastanza soldi per comprare bio di avere communque prodotti di migliore qualità. Nell’ufficio c’è anche Andrea. Non lo stesso di quello dell’altra sera ma communque lavorano insieme sulla mobilità. Il circolo di Padova è molto anziano e da 20 anni che esiste è riuscito piano piano a farsi ascoltare dalla municipalità anche se è sempre difficile. Sono riusciti ad ottenere la pedonalisazione del centro storico, delle piste ciclabili. Ma non è mai facile ottenere qualcosa. Ogni volta devono manifestare e mobilizzare la gente per farsi sentire. Il loro segreto è l’entusiasmo e l’imaginazione. Per ottenere una rete di piste ciclabile coerente, la scorsa primavera hanno fatto una petizione e ottenuto 11.000 firme. Distribuivano a tutti i ciclisti delle targhe a mettere sulla bici con dei disegni divertenti accompagnati di messaggi. Andate sul sito di Legambiente Padova per vederli. Alla fine hanno fatto una sfilata che ha raggruppato più di 1500 ciclisti per portare le firme al sindaco e il sindaco ha accetatto di debloccare i soldi per le piste ciclabile. Non è facile farsi ascoltare dai politici ma con molta energia è possibile. Un’altra cosa importante è che Legambiente non parla mai di un argomento senza essersi documentato sulla problematica e avere trovato delle alternative. Cosi diventa un’interlocutore serio.
Anche qui il circolo è impegnato con Puliamo il Mondo. Per l’occasione, organizzano un’enorme festa sulla piazza principale della città, il Pratto della Valle. Che nome per una piazza! Ma non è una qualsiasi piazza. Sarebbe la seconda più grande di Europa. Rina mi porta a vederla. È vero che è imensa. E in mezzo c’è veramente un pratto, con un isola al centro. È bellissima nella luce del fine pomeriggio. È circondata di belle case con delle arcade e in un angolo si vede una chiesa. Ci avviciniamo. È stupenda questa chiesa, con tante cupole verdi e la faciata rosa e bianca. Molto più bella dal duomo. E non è finito. Rina mi porta nelle stradine. C’é un magnifico palazzo con un mercato sotto, delle piazette dapertutto, tutti gli palazzi con delle arcade. Bello, bello! E la sera tutti sono nella strada, seduti a terra per bere il famoso spritz. Che buono lo spritz!
E be finalmente era molto bella Padova. Ne riparto con una bella impressione. Adesso direzione Ferrara dove dovrei vedere ancora più bici. Tra Padova e Ferrara ci sono 80 km di pianura. Non lontano della strada, c’è anche una piccola zona di colline. La pianura è più facile per pedalare ma un po’ noiosa, così decido di fare un giro per queste colline, che si chiamano Colli Euganei. Escono della pianura come delle isole mezzo al mare. Avrebbero un’origine volcanica. Sono molto belle, sono coperte di foreste e ci sono delle viti e degli olivetti sui contraforti. Decido di prendere una strada per attraversare queste colline. Mi ritrovo su una strada che sale, sale. Diventa vera montagna e la salita è proprio ripida. Arrivo in una foresta di castagni. Si vede tutta la pianura giù. Sale ancora e si arriva alla vetta. E la strada si ferma qui! Mi sono sbagliato di strada! Andava solo a un eremo que occupa la vetta del monte Rua. Per di più nemmeno posso godermi della vista perché non si può entrare nell’eremo. Ci sono gli eremi e non dobbiamo disturbarli… Communque, i poveri eremi, di qui, anche se siamo a 400m di altezza, si sentono sempre le macchine dell’autostrada giù. Neanche sulla vetta di una montagna è possibile scapare alle macchine! Adesso fa notte e metto la tende nel bosco. Ci dormo benissimo. Gli cinghiali mi fanno compagnia…
La mattina riscendo della montagna. Percorro ancora qualche collina, passo accanto alla tomba di Petrarca, e poi la pianura. Non posso scapparci. E come attraversare un deserto, sopratutto che siamo la domenica pomeriggio e i rari paesi che incontro sono tutti addormentati. Giustamente passo un paese che si chiama Deserto… Dopo 60 km arrivo al Po’. Lo attraverso di nuovo. Come è cambiato da 15 giorni. Anche se sono più vicino delle sue foce, mi sembra più piccolo. E poi è meno selvaggio, bloccato tra le sue due argini altissime. Dell’altro lato del ponte, comincia la periferia di Ferrara. Ho appuntamento con Paola di Legambiente, davanti al primo palazzo rosso dopo il ponte. Ecco il palazzo…

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Venezia – Padova

Arrivo a Venezia sotto la pioggia. Il traghetto mi dipone vicino la stazione. A Venezia sono ospitato da Chiara e Davide, due volontari di Legambiente. Venezia ovviamente è bella ma non è proprio un posto dove venire con la bici. Perché tutti i ponti sopra i canali sono sono con dei gradini impossibili a fare in bici. Devo portare la bici, poi il carrello. Per raggiungere la casa devo passare 6 ponti. Altretanti ostacoli. Ma con l’aiuto di Chiara ce la faccio. La casa loro è tutta carina, un po’ inclinata perché le case di Venezia si abbassano piano piano dopo che le industrie intorno abbiano preso l’acqua delle falde..
L’indomani c’è un bel sole. Una bella tranquillità anche. A Venezia, passate le strade turistiche, c’è nel resto della città una bella serenità. La presenza dell’acqua sicuramente. Ma pensandoci, anche il fatto che Venezia sia una città senza macchina. È questo anche che la differenzia delle altre città. 60000 veneziani che vivono senza macchina. È la prova che è possibile una città senza macchine. I bambini giocano nelle strade, la gente passeggia, si parla. Bello una città cosi.
Prendiamo il traghetto con Chiara per andare a vedere una delle attività del circolo, sull’isola della Certosa, di fronte a Venezia. È un isola semi-abandonata dove si trovono delle vecchie fortificazioni e le rovine di una certosa, mezzo ai rovi e al bosco. Legambiente vorrebbbe far di questa isola una riserva naturale per dare un po di natura ai Veneziani. Da tre anni organizzano campi di volontari per pulire e togliere un po’ di rovi. È un lavoro difficile perché è come una giungla. Gli altri occupanti di questa piccola isola sono qualche capre selvaggie e gli studenti di una scuola di design! Perché c’è un impreditore privato che da qualche anno sta comprendo piano piano le piccole isole della laguna per costruirci delle marina, alberghe o altro. E qui, un anno fa, ha avuto la strana idea di metterci una scuola di design, in una zona che aveva pulito Legambiente. Così imaginate come sono contenti i volontari… Non è facile la vita di un ambientalista a Venezia dove tutto gira intorno al turismo. Nel passato però, i Veneziani sapevano essere in armonia con la laguna perché la loro sopravivenza ne dipendeva. Oggi questo stretto legame con la natura sembra dimenticato come lo mostra questo progetto mostro : il Mose. È una diga mobile che deve chiudersi durante le maree alte per proteggere Venezia l’acqua alta. È un progetto sproporzionato che costa 4,5m miliardi di euro e che sta modificando la laguna in un modo irreversibile. È vero che Venezia conosce più e più acque alte qesti ultimi anni. Ma le cause sono conosciute: le industrie che hanno svuotato le falde sotteranee, provocando una abassamento del suolo, gli accessi al mare che sono stati scavati per lasciare passare le grosse navi ma che cosi lasciano entrare più acqua durante le maree, le bonifiche che hanno diminuito la superficie della laguna che non può più assorbire il troppo pieno delle maree. Così in posto di rimediare alle cause si preferisce fare un progetto enorme con un efficacità però da cui molti dubbitano. Quando rimarrà chiuso, bloccherà il ricambio delle acque e Venezia soffocherà in mezzo alle sue acque inquinate. Gli scienziati tra una classificazione delle soluzioni possibili hanno messo il Mose penultimo. Ma si fa lo stesso. I lavori sono gia iniziati. Ovviamente, fa lavoro, fa soldi, alcuni ne approffitano.
Dopo avermi mostrato un documentario sul Mose, Chiara ha la lacrima a l’occhio. Che cosa si può fare contro i soldi?
È tempo di lasciare Venezia. Vado fino a Venezia-Mestre in treno per evitare di ripassare per tutti questi ponti. A Mestre, è il ritorno alla civilisazione: macchine ovunque. Passo la zona industriale, la zona delle autostrade e mi dirigio verso Padova. È tutto vicino. Un’ora mezzo lungo un canale, che qui chiamano la Riviera, e sono gia arrivato nella periferia di Padova.

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